Una Giulietta rossa

Il fil rouge, appunto, di un’intricata e avvincente storia, costellata di colpi di scena e risvolti inaspettati. Una storia che, attraverso gli stretti e ventosi carruggi della Genova degli anni Cinquanta, tra desiderio di riscatto, ambizioni progressiste e strascichi di miseria, eredità della guerra, si dipana fino all’altro capo del mondo, in Venezuela.

Di uomini e di animali

Una raccolta di racconti. “Di uomini e animali” ci avvince facendoci vedere secondo punti di vista che sono ora quelli degli uomini, ora quelli degli animali. La dimensione breve, dove si allude e si abbozza molto più di quanto non si descriva e arrotondi, riconsegna al lettore un ruolo che spesso gli è tolto. Ma che tuttavia reclama: mentre legge “Di uomini e di animali”, il lettore fa la sua parte. E, con l’autrice, finisce con l’inventare un mondo nuovo, dove uomini e animali hanno pari diritto di cittadinanza e dove gli uni e gli altri, quasi sempre con reciproca soddisfazione, costruiscono per sé spazi che si riempiono di storie di attesa e di rispetto. Dove ciascuno ha il suo, senza prevaricazioni.

Quel gran signore
del gatto Aldo

Aldo è un gatto ed è un gran signore.
A spasso sui tetti d’ardesia del centro storico di Genova, il solo pensiero di Aldo è cercare piccoli doni da portare alla sua padrona Eugenia, maestra di pianoforte a riposo. Lei gli ha dato una casa, è vero. E Aldo, volendo ricompensarla, da quel signore che è, le porta quasi ogni giorno pacchetti di sigarette. A Eugenia che il fumo lo odia! Un giorno, però, trova finalmente un regalo che potrebbe piacerle: un piccolo oggetto colorato. Una pennetta usb. L’ha presa a casa di Ciro, losco abitante di una mansarda, qualche tetto più in là.

Oscar, l’allievo di Eugenia, per il solo scopo di restituirla al suo legittimo proprietario, quella pennetta ha pensato bene di inserirla nel suo pc. È così che ha capito che Aldo ha messo la zampa proprio in un gran brutto guaio, una storia pericolosa dove milioni e milioni di euro rimbalzano da una parte all’altra dell’Europa.

Una storia per carabinieri e guardia di finanza, appunto, non certo per una maestra di pianoforte, uno studente, un anziano che ha conosciuto tempi migliori e… un gatto!

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Lo spione di piazza Leopardi

Siamo alla fine del 1929: un ritrovamento di documentazione compromettente sul treno per Roma, una banda di falsari che si nasconde nel centro storico di Genova, un’indagine dei Carabinieri sulle tracce di un famoso malfattore, le investigazioni private di un taxista – inventore, le avventure della giovane affascinante Evelina Rondine che sogna di imbarcarsi per le Americhe.

 

Storie di personaggi che si incontrano, in un susseguirsi di avvenimenti incalzanti, raccontati con toni di scanzonata ironia, mentre la radio manda in sottofondo motivi swing e notiziari di regime.

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Magnifica visione

È l’anno 1920, nel basso Monferrato, nel paesino di Visone, la vita segue il ritmo pacato di sempre, con fiabe di tesori e di fantasmi, mentre il viceparroco Don Luigi impone le sue ferree regole di buon costume.

Nella famiglia Goslino, cinque femmine su nove figli, si campa con fatica. Arrivano un giorno in paese, nelle loro scorribande in motocicletta, i fratelli Chicco e Lilli Caffarena; i due giovani, appassionati di macchine e di meccanismi, vengono dalla città di Genova e portano la modernità. Chicco e Lilli si imbattono nelle giovani della famiglia Goslino e si celebra un matrimonio.

I personaggi si incontrano, i dialetti si mescolano, le storie si intrecciano; sullo sfondo la campagna piemontese con gli usi e le abitudini del tempo. Chicco è un inventore e costruirà un marchingegno per aiutare i visonesi a ritrovare il tesoro della torre. Il paese si divide in due fazioni, quelli che ci credono e gli scettici. In un susseguirsi di aneddoti, raccontati con ironia, la ricerca prende campo, mentre dalla sua posizione privilegiata di pastore di anime Don Luigi segue gli avvenimenti e li pilota.

Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il famoso tesoro del Marchese Bonifacio Malaspina?

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